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Dipendenza da trading on-line

Dipendenza da trading on-line Perugia

Oggi giorno, il commercio elettronico è il servizio con le maggiori prospettive di crescita tra quelli messi a disposizione da Internet. L’EC (ovvero Electronic Commerce) riguarda di attività commerciali e di transizioni per via elettronica. Questo comprende attività diverse quali: la commercializzazione di beni e servizi, la distribuzione on-line di contenuti digitali, l’effettuazione di operazioni finanziarie e di borsa, appalti pubblici ed altre procedure di tipo transattivo della pubblica amministrazione. Il commercio elettronico si può classificare in due categorie principali:

  • Business to Consumer: che riguarda l’insieme delle vendite dei beni e servizi tra le imprese e i consumatori finali. Questa tipologia di commercio, è il risultato dell’evoluzione della presenza di aziende in Internet: dai siti di carattere istituzionali passivi (storia e presentazione dell’azienda, elenco prodotti, contatti, ecc.), si è arrivati a quelli che permettono l’acquisto da parte di consumatori finali ( creazione ordini, pagamento con carte di credito, ecc.).
  • Business to Business: che riguarda le transazioni effettuate da un’impresa nei confronti di altre organizzazioni, siano esse partner commerciali, fornitori, clienti o istituzioni. Un’azienda può effettuare ordini ai propri fornitori e pagare tramite Internet, la merce ricevuta, con il vantaggio di non vincolarsi agli stessi partner grazie ai bassi costi d’esercizio, d’avere la possibilità di cambiare l’azienda controparte con investimenti minimi.

I vantaggi del trading on-line, quindi dell’acquirente sono per primo, un incremento della possibilità di acquisto di prodotti indipendentemente dalla localizzazione dei venditori; la possibilità di accedere a prodotti molto diversificati; la riduzione sensibile dei prezzi e la migliore qualità del prodotto / servizio.

In Italia il trading on-line non è ancora molto sviluppato, a causa di una informazione sbagliata e di una sfiducia generale nel nuovo media. Sono ancora poche le persone che, nella nostra nazione, affiderebbero il loro numero di carta di credito ad un computer. Tuttavia, se viene abusato, il trading on-line può diventare dipendenza, facendo parte della famiglia dei disturbi legati ad Internet (IAD, Internet Addiction Disorder).

Dipendenza da trading on-line – Ricerche e studi

Gli studiosi di trading, ipotizzano che nel pensiero del trader si presentano alcuni errori cognitivi principali ed alcune distorsioni più specifiche. Alcuni esempi di errori cognitivi principali possono essere:

  • Polarizzazione cioè vedere tutto bianco o nero, senza tenere in considerazione le sfumature (es.: “Diventerà ricchissimo” o “Perderò tutto quello che possiedo”).
  • Personalizzazione ovvero pensare soltanto ponendosi al centro dei propri pensieri (es.: quando un trader vende un titolo pensa di aver fatto un affare dimenticandosi, però, che anche chi l’acquistato ha la stessa convinzione).
  • Iper-generalizzazione che è la tendenza a trarre conclusioni che non sono giustificate dal contenuto dei dati (es.: “Oggi ho perso due milioni, quindi come trader sono un fallimento”).

Invece, gli esempi di errori cognitivi specifici, potrebbero essere:

  • Inferenza arbitraria ovvero saltare arbitrariamente alle conclusioni (es.: “Se con un marchio ho guadagnato il 100%, con un altro guadagnerò almeno il 500%”).
  • Catastrofizzazione dove ci si attende sempre e comunque un disastro (es.: “Un piccolo investitore come me in borsa può solamente perdere”).

Dipendenza da trading on-line – Conseguenze

Il trader non tende semplicemente ad essere vittima dello stress, ma spesso svolge un ruolo attivo nel contribuire a generarlo. Spesso crea e provoca, non volendo, reazioni che mantengono o addirittura incrementano, delle risposte disadattive stressanti. Solitamente, il trader oscilla tra due estremi: la paura e l’avidità. Quando queste entrano in cortocircuito, possono minare le capacità di controllo dell’investitore che, spinto da una sensazione d’invincibilità, corre rischi sempre più grandi e prende decisioni più frettolose. Questo processo viene esaltato da Internet, perché la rete da la sensazione di poter tenere sotto controllo i mercati a qualunque ora del giorno e della notte con la contemporanea situazione, in quanto permette di conoscere l’andamento delle possibilità di operare on-line. Questa patologia ha un doppio profilo. Il primo è legato alla piacevole perversione angoscia-eccitazione, comune tanto ai giocatori d’azzardo che agli investitori in Borsa. Il secondo, invece, è tipico degli investitori ed è legato al bisogno di mantenere un controllo che, non essendo mai sufficiente, porta alla perdita dello stesso. Il trader compulsivo agisce proprio come un giocatore d’azzardo, facendosi guidare dall’istinto invece che dalle competenze e dalla ragione. Il dipendente non sa mai quando fermarsi, non riconosce i propri limiti e, come accade spesso ai malati di poker, finisce per perdere grosse cifre.

Non ci sono statistiche, ma gli specialisti concordano nel dire che è un fenomeno “molto sottovalutato”. Rispetto al gioco d’azzardo, il gioco in borsa on-line è molto più pericoloso, poiché la persona che lo utilizza, gli attribuisce legittimità e non è attraversato dai sensi di colpa. Dunque manca quel freno che il senso di colpa può indurre in chi perde per aver “giocato”, rispetto a chi perde per aver “investito”. La particolarità del trading on-line è la velocità delle transazioni e la solitudine dell’operatore di fronte al computer. Entrambi questi aspetti possono creare un contesto in cui le componenti emotive hanno il sopravvento su quelle cognitive che guidano un investimento finanziario (fare analisi tecniche, osservare regole, calcolare i rischi, decidere.)

Dott. Riccardo Angeletti
Psicologo e Psicoterapeuta - Perugia (PG)


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