Tutte le persone, in genere, lavorano per poter guadagnarsi da vivere e mangiare. Tuttavia, questo comportamento, considerato normale, può diventare una dipendenza quando non ha più una funzione di sopravvivenza, ma ci aiuta a superare mancanze esistenziali e problemi familiari. Si parla così work addiction (o workaholism), cioè la dipendenza da lavoro che appartiene alla categoria delle dipendenze non legate a sostanze e per questo, spesso le viene data meno importanza. Ci sono similitudini con le altre dipendenze, quali l’autodistruzione fisica, psichica e sociale. Tuttavia, non sempre il “tanto lavoro” ed il “piacere nel lavoro”, possono essere definiti come dipendenza. Il passaggio da un comportamento normale ad uno compulsivo patologico, è diviso in tre fasi:
Dipendenza da lavoro – Ricerche e studi
Diagnosticare workaholism è molto difficile, perché i sintomi possono essere visti come impegno lavorativo. È possibile distinguere quattro tipi di workaholics:
Dipendenza da lavoro – Conseguenze.
È possibile tracciare un quadro generale della persona dipendente dal lavoro. Solitamente, il workaholic utilizza come strategia prioritaria per difendersi, la repressione. Alcuni dipendenti fanno paragoni quali: “So di essere dipendente del lavoro, però questo è sempre meglio di tante altre cose” oppure cercano di scusare la situazione dicendo: “Certo, sono un workaholic, però guardate quante cose positive mi ha dato”. La dipendenza diventa pericolosa, quando i pazienti ammettono la loro dipendenza, ma non la vedono come un pericolo grave. L’aumento della mancanza di giudizio, è un sintomo tipico della malattia. Il workaholic si sopra o sottovaluta, considerandosi una persona molto abile oppure un fallito. La conseguenza è che spesso si fanno delle promesse, che poi non si riescono a mantenere oppure ci si allontana dal fatto di svolgere lavori semplici, per dimostrare a se stessi di valere, compiendo delle cose molto difficili e complicate. A causa delle opportunità perse di svolgere un lavoro o per punirsi a causa delle promesse non mantenute, cresce la voglia di lavorare. Inoltre, credono di non essere rispettati per quello che sono dalle altre persone.
Per questo, le capacità vengono mostrate in modo esagerato e gli errori non vengono quasi mai nominati. I dipendenti dal lavoro si giudicano in base al loro lavoro e in questo cercano anche la loro ragione di essere. Sono persone che ci raccontano cosa fanno, per comunicarci come si sentono, seguendo l’illusione di dover continuamente fare qualcosa di proficuo, per sentirsi bene. In genere, nei workaholics c’è un’alta carica d’adrenalina impedendogli di rilassarsi; in questo caso, il sistema metabolico non si spegne, nemmeno se deve dormire. Per loro, il “dolce far niente” è angosciante. Hanno paura di un vuoto interiore e ammettono, che il lavoro gli distrae da questi sentimenti. Spesso per allontanare questi sensi di angoscia e paura, si dedicano all’alcool, ai farmaci e alle droghe.
Dipendente dalla loro storia personale, dai problemi e dalle difficoltà uno può essere più o meno predisposto a sviluppare una dipendenza. Tuttavia, cause e motivi che portano al workaholism sono varie, ma è possibile che la predisposizione venga agevolata se l’amore dei genitori è legato solo ad un buon rendimento. Le prestazioni lavorative possono essere un tentativo inconscio per approvarsi nei confronti dei genitori. Altri sintomi di workaholics sono: falsità, egoismo, isolamento, controllo, perfezionismo, problemi fisici e psichici, abuso di se, fallimento spirituale e paura latente di perdere il posto di lavoro.
Dott. Riccardo Angeletti
Psicologo e Psicoterapeuta - Perugia (PG)
Dott. Riccardo Angeletti
Psicologo e Psicoterapeuta
Perugia (PG)
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